Doppia festa per i vincitori della Coppa Clerici, torneo di calcio a 11 giunto alla sua 48esima edizione. La storicità della manifestazione si intreccia con la fondamentale importanza del dirigente al quale è intitolata: Luigi Clerici, tra i fondatori delle Acli a Milano.

Il torneo provinciale primaverile ha visto la partecipazione di otto squadre, suddivise in due raggruppamenti. Il Girone A, articolato su cinque giornate, ha visto il successo dei Vikings Mitre con 9 punti, davanti a Trucidi Old, Dinamo Valera e Sette West. Medesimo bottino, seppure in sole tre partite, per la Polis, che ha vinto il Girone B davanti a Marchigiana, San Giorgio Old e AICS Figino.

Complimenti a entrambe le formazioni per aver iscritto il proprio nome in un albo d’oro che ormai si avvicina al mezzo secolo. Era il 1976 quando si disputò la prima edizione del torneo, vinta in quell’occasione dal Cral AMNU, ai quali sarebbero seguite anche squadre dal nome altisonante: Fininvest, Università Bocconi e la stessa rappresentativa calcistica delle Acli.

Un giusto quanto sentito omaggio a Luigi Clerici, scomparso il 23 marzo 1972 dopo una lunga malattia. Dopo la caduta del fascismo, era stato tra i fondatori delle Acli meneghine, svolgendo il ruolo di Segretario organizzativo durante le presidenze di Edoarco Clerici e Alessandro Buttè. Nel 1953, quando Buttè venne eletto alla Camera dei Deputati, Clerici gli succedette alla presidenza delle Acli: nei dieci anni del suo mandato, l’associazione crebbe come mai in precedenza come protagonista del tessuto sociale milanese, soprattutto grazie alle competenze imprenditoriali che il presidente aveva acquisito nel settore dell’industria, per poi metterle al servizio del progresso della società nel suo complesso.

Della sua preziosa eredità esiste anche una testimonanza scritta: il libro di Sergio Zaninelli “Luigi Clerici e le Acli milanesi alla ricerca di un ruolo sociale e politico (1953-1963)” (Edizioni Vita e Pensiero). Allo stesso modo, la perpetuiamo attraverso il successo del torneo di calcio che porta il suo nome e che, anno dopo anno, appassiona sempre più.

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